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venerdì 18 gennaio 2013

Sinistra: essere o non essere

Hamlet - Carmelo Bene
Dagli ultimi sondaggi (vedi qui), SEL e Rivoluzione Civile separatamente attraggono oltre il 9% dell'elettorato italiano, dato assolutamente in linea con quanto avviene già in altri paesi europei dove la sinistra si attesta mediamente su questi numeri.

E' vero che in politica le offerte non si sommano come al supermercato e l'elettorato giustamente valuta coerenza, compattezza, chiarezza dell'offerta politica al di là dell'algebra e della geometria, ma è probabile - con qualche approssimazione - che, anche con l'attuale legge elettorale, un soggetto di sinistra, senza aggettivi né prefissi, riuscirebbe unito ad entrare non solo alla Camera, ma anche al Senato, dove esiste una soglia all'8%.

E forse, tramontato l'astro berlusconiano, finita l'epoca dei tecnici, proprio questo sarebbe stato il momento giusto per allineare la politica italiana al panorama europeo. 

Se Vendola fosse stato conseguente con le sue parole, se avesse avuto più coraggio evitando di prendere troppo frettolosamente l'autobus del PD, partito del quale non ha mai condiviso la linea; se Rifondazione non avesse perso 5 anni di tempo per rimettere insieme i cocci della triste esperienza del 2008; se i movimenti autonomamente avessero prodotto in questi anni una sintesi efficace delle loro differenti istanze, forse oggi avremmo in Italia una buona sinistra "a due gambe" e non quella stenterella e zoppicante che oggi si batte (in coalizione o da sola) per saltare l'asticella del porcellum.

Oggi più che mai c'è bisogno di sinistra, di una sinistra sicura, forte, ambiziosa. Staremo a vedere; ma si vive la sensazione di una occasione persa, se è vero che il problema è ancora sapere se esisteremo.

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