Dopo la stagione di artificiale compattamento degli schieramenti in funzione pro o contro Berlusconi, dopo il pilota automatico inserito da Monti, oggi l'offerta politica è assai più limpida ed europea e gli italiani si apprestano a riprendere in mano la cloche del Paese.
Esiste un riferimento per chi condivide sostanzialmente politica economica della BCE, nella duplice versione: chi auspica la linea ortodossa e chi, pur non contestando lo scenario complessivo, vorrebbe dei piccoli aggiustamenti di tiro. Esiste finalmente un riferimento per chi contesta radicalmente questa linea, come già avviene in tutti i paesi d'Europa, e vorrebbe ricette nuove per contrastare la crisi globale. Esiste, come pure avviene all'estero, l'offerta di chi teorizza che, al di là di destra e sinistra, forme di democrazia diretta possano portare direttamente a scelte "giuste". Esiste persino la vecchia offerta berlusconiana, fortunatamente ridimensionata dagli eventi, di un capitalismo buffonesco e senza contrappesi.
Credo che, al di là dei troppi nomi sui simboli, dinanzi all'elettorato si pongano scelte chiare e comprensibili. Tramontate idee (tipo la padania) su cui il Paese si è confrontato inutilmente per anni, finalmente si torna a discutere del nostro futuro in un contesto europeo, su temi fondamentali e improcrastinabili che la crisi mondiale ha disvelato e imposto anche all'agenda del dibattito italiano. Staremo a vedere cosa ne pensano gli italiani del loro futuro.
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