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martedì 12 febbraio 2013

Il voto utile, secondo me

Non starò a dire, come fa Berlusconi, che il voto utile è quello dato a lui e non a Monti. O, come fanno Vendola e Bersani, a dire che il voto utile è quello dato alla loro coalizione. E nemmeno che il voto utile è quello per il movimento che ho scelto di votare

Io penso ogni voto sia utile se dato ad un movimento che ha una chiara visione del mondo che vuole costruire e questa visione sia in linea con la propria Weltanschauung. Credo infatti che l'elettore non debba votare contro, non debba fare una mediazione al ribasso dentro di sé, non debba inseguire una idea di governabilità o assecondare il populismo del momento, non debba votare il meno peggio o il famigerato "male minore". A meno di non voler deliberatamente distorcere o turbare l'esito generale del voto, io credo che l'elettore debba votare per rafforzare l'opzione in cui si riconosce, votare in linea con il proprio modo di pensare. Ogni altro tipo di voto mi appare inutile e persino pericoloso, perché distorce la democrazia, inducendo l'elettore a farsi carico di un problema non suo, la cui soluzione non gli spetta. 

Nel concreto mi capita sempre più spesso di sentire persone che criticano profondamente il modo in cui è stato governato il paese in questi anni e anche negli ultimi mesi, ma poi in nome di una presunta "voglia di stabilità" sono pronti a votare il contrario di quello che vorrebbero a parole. Sarà voglia di "sentirsi maggioranza" o paura di sentirsi "in pochi", ma molti immaginano le elezioni come  una gara ad indovinare (e quindi a votare) il presumibile vincitore.

Io voglio esprimere un voto libero da vincoli, ricatti e contorte strategie, orientandolo verso l'opzione che più sento vicina, al di là di presunte controindicazioni che molti artatamente diffondono, ad uso interessato del classico ricompattamento del quadro politico. 

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